File Readme di Novell Nsure Identity Manager 3.0.1

3 agosto 2006

Sommario

12.0 Driver

1.0 Documentazione

Le fonti seguenti forniscono ulteriori informazioni su Novell® Nsure Identity Manager:

2.0 Convenzioni adottate nella documentazione

In questa documentazione, il simbolo di maggiore (>) viene utilizzato per separare le singole azioni di una procedura e i singoli elementi di un percorso di riferimento ad altra documentazione.

Inoltre, un simbolo di marchio di fabbrica (®, ™ e così via) indica un marchio di fabbrica di Novell e un asterisco (*) indica un marchio di fabbrica di terze parti.

3.0 Correzioni incluse in Identity Manager 3.0.1

Per un elenco delle correzioni apportate ai difetti di Identity Manager 3.0.1, vedere il documento TID 3351724

4.0 Requisiti di sistema per Identity Manager 3.0.1

Identity Manager 3.0.1 richiede quanto segue:

Tabella 1 Requisiti di sistema di Identity Manager 3.0.1

Componente

Piattaforme supportate

Sistema di metadirectory

  • NetWare® 6.5 con lo SP più recente (con eDirectory 8.7.3, 8.8 o 8.8.1)
  • Windows* NT
  • OES 1.0 NetWare SP2 (con eDirectory 8.7.3 SP8 o 8.8.1)
  • Windows 2000 Server SP4 (con eDirectory 8.7.3 SP8, 8.8 o 8.8.1)
  • Windows Server 2003 SP1 (con eDirectory 8.7.3 SP8, 8.8 o 8.8.1)
  • Red Hat* Linux* AS 3.0 (con eDirectory 8.7.3 SP8, 8.8 o 8.8.1)
  • Red Hat Linux AS 4.0 64-bit Edition (con eDirectory 8.7.3 SP8 o 8.8.1)
  • SLES 8 SP4 (con eDirectory 8.7.3 SP8, 8.8 o 8.8.1)
  • SLES 9 SP2 (con eDirectory 8.7.3 SP8, 8.8 o 8.8.1)
  • OES 1.0 Linux SP2 (con eDirectory 8.7.3 SP8 o 8.8.1)
  • Solaris* 8 (con eDirectory 8.7.3 SP8)
  • Solaris 9 (con eDirectory 8.7.3 SP8, 8.8 o 8.8.1)
  • Solaris 10 (con eDirectory 8.7.3 SP8, 8.8 o 8.8.1)
  • AIX* 5.2L (con eDirectory 8.7.3 SP8, 8.8 o 8.8.1)

NOTA:Novell prevede di fornire supporto per SLES 8 e Solaris 8 nelle versioni di Identity Manager posteriori a Identity Manager 3.0.1.

Una delle piattaforme seguenti del server di amministrazione per iManager 2.5 FP3 o 2.6 SP1, se non diversamente specificato:

  • NetWare 6.5
  • OES 1.0 SP2 su NetWare
  • Windows 2000 Server SP4
  • Windows Server 2003 SP1
  • Windows XP Professional (solo Mobile iManager)
  • Red Hat Linux AS 3.0
  • Red Hat Linux AS 4.0 64-bit Edition (solo iManager 2.6 SP1)
  • Red Hat Linux 8 (solo iManager 2.5 FP3)
  • Red Hat Linux 9 (solo iManager 2.5 FP3)
  • Red Hat Enterprise Linux Workstation (solo Mobile iManager 2.6 SP1)
  • SLES 8 SP4
  • SLES 9 SP2
  • SUSE® Linux 9.1 (solo Mobile iManager 2.5 FP3)
  • SUSE Linux 9.3 (solo Mobile iManager 2.6 SP1)
  • OES 1.0 Linux SP2
  • Solaris 9
  • Solaris 10 (solo iManager 2.6 SP1)

NOTA:Novell prevede di fornire supporto per iManager 2.5 nelle versioni di Identity Manager posteriori a Identity Manager 3.0.1.

Una delle piattaforme seguenti del server dell'applicazione utente:

  • SLES 9
  • SLES 10
  • Windows 2000 Server SP4
  • Windows Server 2003 SP1

Uno dei browser seguenti sia per iManager che per l'applicazione utente:

  • Internet Explorer 6.0 SP1
  • Mozilla* 1.7
  • Firefox* 1.5.0.3

NOTA:Novell prevede di fornire supporto per il browser Mozilla nelle versioni di Identity Manager posteriori a Identity Manager 3.0.1.

Una delle piattaforme client seguenti sia per iManager che per l'applicazione utente:

  • Windows 2000 Professional SP4
  • Windows 2000 Server SP4
  • Windows 2000 Advanced Server SP4
  • Windows XP SP1
  • Windows XP SP2
  • Red Hat Fedora* Core 5
  • Red Hat Enterprise Linux WS 4.0
  • SUSE Linux Professional 9.3
  • SUSE Linux 10.1
  • Novell Linux Desktop (NLD) 9

NOTA:Novell prevede di fornire supporto per Novell Linux Desktop (NLD) 9 nelle versioni di Identity Manager posteriori a Identity Manager 3.0.1.

Piattaforma del server per applicazioni JBoss* 4

Identity Manager 3.0.1 include JBoss 4.0.3.

Uno dei database seguenti:

  • MySQL* 4.1.12 (database di default incluso nel prodotto)
  • Oracle* 9i 9.2.04 (accesso remoto)
  • Oracle 10g 10.2.0.1.0 (accesso remoto)
  • MS SQL 2000 SP4 (accesso remoto)

NOTA:Novell prevede di fornire supporto per MS SQL 2000 e aggiungere supporto ulteriore per MS SQL Server 2005 nelle versioni di Identity Manager posteriori a Identity Manager 3.0.1.

Java* Runtime Environment 1.4.2_08

Viene fornito con il sistema di metadirectory, eccetto nella piattaforma NetWare.

Novell Audit 2.0.2 (se si utilizza Novell Audit)

 

5.0 Considerazioni su eDirectory

5.1 Esito negativo dell'installazione di NMAS su eDirectory 8.7.3.x

Per quanto riguarda eDirectory 8.7.3 SP8, gli aggiornamenti di protezione relativi a NMASâ„¢ non sono più inclusi nella patch eDirectory. È necessario scaricare NMAS separatamente dall'area download del sito Web Novell.

Se si utilizza eDirectory 8.7.3 SP8 o versione successiva e si esegue l'upgrade a Identity Manager 3.0.1, la funzione per l'autenticazione CHAP e altre funzioni relative alle parole d'ordine non possono essere utilizzate senza l'ultimo aggiornamento di NMAS.

5.2 Configurazione di eDirectory per il miglioramento delle prestazioni di portale

Oltre a utilizzare eDirectory 8.7.3 SP8 o versione successiva, è possibile apportare le modifiche seguenti al sistema eDirectory per evitare il peggioramento dei tempi di risposta per il login, che si verifica talvolta in ambienti sottoposti a un carico intenso per un lungo periodo di tempo:

  • Impostare la memorizzazione nella cache statica con cache di blocchi al 50%.
  • Nel file _ndsdb.ini, impostare preallocatecache=true.
  • Specificare una quantità di cache inferiore.

6.0 Installazione di Identity Manager

6.1 Upgrade dell'applicazione utente di IDM 3.0 all'applicazione utente di IDM 3.0.1

Per eseguire l'upgrade dell'applicazione utente di Identity Manager 3.0 all'applicazione utente di Identity Manager 3.0.1, attenersi ai suggerimenti seguenti:

  1. Prima di iniziare:

    • Eseguire il backup del database e della directory di installazione esistenti dell'applicazione utente.
    • Eseguire il backup di tutte le pagine personalizzate di Self-service identità utilizzando gli strumenti di importazione ed esportazione cui si accede mediante la pagina dell'applicazione utente Amministrazione > Strumenti .
    • Prendere nota delle impostazioni esistenti relative alla configurazione dell'applicazione utente (ad esempio, impostazioni di connessione eDirectory, DN eDirectory e certificati eDirectory). Durante la procedura di installazione verrà richiesto di immettere nuovamente tali informazioni. È possibile ottenere le impostazioni correnti eseguendo l'utility configupdate, ubicata nella directory di installazione dell'applicazione utente (ad esempio, c:\novell\idm).
  2. Installare l'applicazione utente di IDM 3.0.1 scegliendo l'installazione personalizzata con le opzioni Applicazione utente e JBoss selezionate.

  3. Svuotare la directory jboss/server/<Nome applicazione>/work prima di avviare il server JBoss. Per ulteriori informazioni sui problemi di upgrade associati alle richieste di risorse in corso, vedere la sezione 8.5 del file Readme.

6.2 Errori di caricamento delle librerie condivise durante l'installazione di Identity Manager 3.0.1 su SLES 10

Nel corso dell'installazione di Identity Manager 3.0.1 su SLES 10, è possibile che si verifichino errori come quelli seguenti:

awk: errore durante il caricamento delle librerie condivise: libdl.so.2: impossibile aprire il file dell'oggetto condiviso: nessun file o directory di questo tipo
grep: errore durante il caricamento delle librerie condivise: libc.so.6: impossibile aprire il file dell'oggetto condiviso: nessun file o directory di questo tipo

Novell fornisce uno script per la risoluzione di questo tipo di problema, che viene installato allo stesso livello del file IdmUserApp.bin ed è denominato SLES10-install.sh. Lo script prende come argomento il file binario del programma di installazione:

sh SLES10-install.sh file binario del programma di installazione

Ad esempio, se la distribuzione ISO è stata decompressa in /tmp/IDM301, eseguire dalla riga di comando:

$ cd /tmp/IDM301

$ sh SLES10-install.sh IdmUserApp.bin

Lo script commenta l'impostazione di una variabile di ambiente nel file IdmUserApp.bin . Tale variabile può causare gli errori precedentemente menzionati in SLES 10. Una volta apportate le modifiche necessarie, lo script consente di riavviare normalmente il programma di installazione.

7.0 Applicazione utente - Interfaccia utente

7.1 Eliminazione e aggiunta di gruppi per un profilo utente tramite la pagina dei dettagli

Nell'applicazione utente di Identity Manager, all'interno della scheda Self-service identità , le modifiche degli attributi gruppo per l'eliminazione e l'aggiunta di gruppi devono essere eseguite come operazioni separate. Se si rimuovono e si aggiungono gruppi in un solo passaggio, il nome del gruppo eliminato viene visualizzato nuovamente quando si fa clic sul pulsante + (aggiunta).

7.2 Malfunzionamento del collegamento al supporto nella portlet dei segnalibri

Il collegamento al supporto nella portlet dei segnalibri non funziona. L'URL dell'area supporto del sito Web Novell è http://www.novell.com/support/supportcentral/supportcentral.do?id=m1.

7.3 Mantenimento del valore precedente per “Destinatario€?

In Richiedi risorse del team, all'interno dell'applicazione utente di Identity Manager, “Destinatarioâ€? mantiene il valore precedente dopo che è stato utilizzato il pulsante Indietro o Annulla . Se si desidera annullare lo stato corrente in modo da poter visualizzare il nuovo valore, tornare al menu delle azioni sul lato sinistro della pagina della scheda e fare clic su Richiedi risorse del team.

7.4 Impossibile eseguire il login come due diversi utenti contemporaneamente in Firefox

Nell'applicazione utente, se si esegue il login come Utente A mediante un browser della famiglia Mozilla (Firefox, Netscape o Mozilla) e successivamente si apre un'altra istanza dello stesso tipo di browser e si esegue il login come Utente B, è possibile che vengano visualizzate informazioni relative all'Utente B quando si torna alla prima istanza del browser. Ciò accade poiché le istanze del browser condividono, e quindi sovrascrivono, lo stesso cookie. Tale comportamento è specifico dei browser della famiglia Mozilla, mentre non si verifica se si utilizza Internet Explorer.

7.5 Eccezioni durante l'utilizzo dell'editor HTML degli organigrammi in Firefox

È possibile che si verifichino eccezioni in Firefox durante le operazioni Taglia, Copia e Incolla quando si utilizza l'editor HTML all'interno delle preferenze relative agli organigrammi. Mozilla non consente agli script di accedere agli Appunti per ragioni di sicurezza. I pulsanti Taglia, Copiae Incolla non sono pertanto disponibili in Firefox.

Per abilitare le operazioni Taglia, Copia e Incolla, è possibile utilizzare la procedura seguente:

  1. In Firefox, è possibile scaricare un'estensione denominata Allow Clipboard Helper selezionando Tools (Strumenti) > Extensions (Estensioni), attraverso cui si accede all'area di download estensioni del sito Web.

  2. Al termine del download, verrà visualizzato il percorso Allow Clipboard Helper in Firefox (Allow Clipboard Helper in Firefox) > Tools (Strumenti).

  3. Aprire e immettere l'indirizzo del server in cui si desidera concedere l'accesso agli Appunti, quindi fare clic su Allow (Consenti).

  4. È possibile aggiungere un numero illimitato di siti Web. Al termine, chiudere tutti i browser Firefox, quindi riavviare Firefox. A questo punto dovrebbe essere possibile eseguire le operazioni Taglia, Copia e Incolla in Firefox.

7.6 Diritti eDirectory appropriati per la creazione di utenti e gruppi

Quando si esegue il login all'applicazione utente di IDM, nel menu a sinistra risulta disponibile un collegamento per la creazione di un utente. Per poter creare nuovi utenti, occorre disporre dei diritti eDirectory necessari per aggiungere voci alla directory. Poiché l'applicazione utente di IDM dispone di utenti eDirectory esistenti, tali utenti devono possedere già i diritti necessari.

Per assegnare diritti eDirectory a nuovi utenti:

  1. In iManager, fare clic su Visualizza oggetti.

  2. Individuare e selezionare l'oggetto che contiene il container di utenti desiderato (ad esempio, Prova.novell), quindi fare clic su Modifica trustee.

  3. Aggiungere un trustee (ad esempio, Prova.novell) e modificare i diritti assegnati.

  4. In [Diritti sulla voce], selezionare Creazione. Lasciare negli altri campi i valori di default, quindi fare clic su Salva.

Ora tutti gli utenti presenti nel container utenti.Prova.novell possono creare nuovi utenti o gruppi all'interno dell'entità Prova.

7.7 Richieste di risorse per più utenti non supportate

Nell'applicazione utente, non è possibile attualmente richiedere una risorsa per un elenco di utenti. Nella pagina relativa alla richiesta di risorse del team viene indicato che tale funzionalità può essere supportata. Nel testo pertinente è specificato “Selezionare un utente (o gli utenti se la risorsa selezionata era contrassegnata con Consentiti più destinatari) per il quale viene richiesta una risorsaâ€?. In questa release la funzionalità tuttavia non è supportata.

7.8 Errori di pagina generati in Internet Explorer con la portlet GroupWise WebAccess

Se si utilizza la portlet GroupWise® WebAccess e si accede a un server GroupWise 7.0, si riceve un messaggio di errore di pagina quando si fa clic sulla scheda Calendario qualora sia in esecuzione Internet Explorer 6.x. In Firefox invece non si verificano errori. Il problema è stato risolto in GroupWise 7.0.1.

7.9 Ubicazioni delle immagini di sfondo per i temi non visualizzate

Le ubicazioni delle immagini di sfondo specificate per i temi (manualmente o mediante un'operazione di ricerca e selezione) non vengono più visualizzate subito dopo l'immissione.

Per riprodurre tale comportamento:

  1. Accedere ad Amministrazione > Temi > Personalizza branding (da qualsiasi tema).

  2. Individuare e selezionare un file per l'ubicazione dell'immagine di sfondo o specificare un file manualmente digitandone il nome.

  3. Selezionare un file JPG.

A questo punto si assisterà a uno sfarfallio del file, quindi quest'ultimo non verrà più visualizzato. Il nuovo tema verrà salvato, ma il campo risulterà vuoto.

7.10 Problemi di visualizzazione minori nell'organigramma al primo accesso

In Novell Linux Desktop (NLD), quando viene visualizzato un organigramma per la prima volta, è possibile che si verifichi un problema estetico di lieve entità. Nello specifico, quando si esegue per la prima volta la ricerca di un utente, è possibile che l'icona del nodo della radice sinistra venga visualizzata da sola al centro dello schermo e non allineata con l'utente. Alla visualizzazione successiva, l'icona risulta allineata correttamente.

7.11 Requisiti relativi all'applicazione utente e ai cookie

L'applicazione utente richiede l'abilitazione dei cookie nelle preferenze del browser.

7.12 Caratteri speciali non supportati nell'applicazione utente

Nell'applicazione utente sono supportati gli stessi caratteri di iManager. Per informazioni sui caratteri speciali non supportati, consultare la documentazione di iManager in merito ai caratteri speciali.

7.13 Errore durante il login quando viene eseguito senza prima effettuare il logout

Quando un utente, dopo aver eseguito il login all'applicazione utente, carica la pagina di login di una portlet segnalibro o cronologia e tenta di eseguire nuovamente il login, la nuova sessione di portale non viene configurata correttamente nel secondo login. Ciò può causare l'esito negativo del secondo login.

8.0 Applicazione utente - Amministrazione

8.1 Scadenza configurabile della parola d'ordine iniziale per i nuovi utenti o gruppi

Gli amministratori possono ora configurare la scadenza della parola d'ordine iniziale per i nuovi utenti. A tale scopo, modificare le preferenze della portlet Creazione come illustrato nella Guida all'amministrazione dell'applicazione utente di Identity Manager.

Specificare una preferenza Impostare scadenza parola d'ordine al login iniziale scegliendo tra le due opzioni seguenti:

  • True (impostazione predefinita) determina la scadenza della password al primo login del nuovo utente.
  • False consente di utilizzare le impostazioni di eDirectory per stabilire la scadenza della password.

8.2 Utilizzo di SOAP per ignorare il periodo di permanenza di default dei workflow

L'impostazione di default per la permanenza delle informazioni sui workflow completati corrisponde a 120 giorni. Tuttavia, è possibile modificare tale impoztazione mediante l'interfaccia SOAP per il motore di workflow. Per accedere all'interfaccia, digitare l'URL seguente in un browser:

http://server:host/IDMProv/provisioning/service?test

Quando viene visualizzata la pagina in cui sono elencati i metodi del motore di workflow che è possibile chiamare, selezionare il metodo setCompletedProcessTimeout. Il parametro che viene passato a questo metodo consente di modificare il periodo di permanenza. Il valore specificato deve essere espresso in millisecondi.

8.3 Ulteriori informazioni sull'utilizzo del logout simultaneo di iChain

Tenere presente la correzione seguente alla definizione della pagina di logout ICS all'interno della Guida all'installazione di Novell Nsure Identity Manager 3.0, nella sezione 5.4 relativa all'installazione dell'applicazione utente:

laddove si parla di URL relativo alla pagina di logout di iChain® è necessario aggiungere che l'URL è un nome host che iChain prevede.

Tenere presente inoltre che per abilitare il logout ICS nell'applicazione utente di Identity Manager, è necessario attivare l'opzione per l'inoltro dei cookie in iChain, attenendosi alla procedura seguente:

  1. Dalla console di gestione Web di iChain, fare clic su Modify (Modifica) nell'acceleratore in questione.

  2. Nella finestra Web Server Accelerator (Acceleratore server Web), fare clic su Authentication Options (Opzioni di autenticazione). Viene visualizzata la finestra Add Authentication Profiles (Aggiungi profili di autenticazione).

  3. Selezionare Forward iChain Cookie to web server (Inoltra cookie iChain al server Web), quindi fare clic su OK. Con la presenza di tale cookie nell'intestazione viene comunicato a Identity Manager di eseguire il reindirizzamento in base all'URL specificato in configupdate.sh.

8.4 Esito negativo dell'attivazione di un workflow da un evento eDirectory

L'utilizzo di una virgoletta singola nel nome comune (CN, Common Name) di un workflow impedisce a un evento eDirectory di attivare tale workflow. Evitare pertanto di inserire virgolette singole nei CN dei workflow.

8.5 Dopo la migrazione da IDM 3 a IDM 3.0.1, i task di richiesta delle risorse in corso potrebbero non essere visualizzati

È possibile che i task non completati non vengano visualizzati dopo l'upgrade di Identity Manager 3.0.0 a Identity Manager 3.0.1. Per risolvere il problema, implementare la procedura seguente prima di installare IDM 3.0.1:

  1. Arrestare il server per applicazioni jboss ed eliminare la directory jboss/server/IDMProv/work .

  2. Se Identity Manager 3.0.1 è già stato installato, arrestare il server jboss ed eliminare la directory jboss/server/IDMProv/work .

    Il server jboss non deve essere in esecuzione quando si elimina la cartella di lavoro.

8.6 Coordinazione delle parole d'ordine dell'applicazione utente di Identity Manager con le norme per le parole d'ordine di iManager

Nella Guida all'amministrazione dell'applicazione utente di Identity Manager mancano alcune informazioni importanti che consentono di coordinare più facilmente le parole d'ordine dell'applicazione utente di Identity Manager con le norme per le parole d'ordine di iManager.

Nelle sezioni 19.3.1 e 19.7.1, aggiungere le informazioni seguenti in cui è descritto il requisito Universal Password: “Se è stata eseguita l'abilitazione di Universal Password, aprire iManager e accedere a Parole d'ordine > Norme per le parole d'ordine > Universal Password > Opzioni di configurazione. Accertarsi quindi che l'opzione seguente sia selezionata: ‘Verifica se le parole d'ordine esistenti corrispondono alle norme per le parole d'ordine (la verifica ha luogo al login)’â€?.

Nella sezione 16.2.1, aggiungere le informazioni seguenti in cui è descritta la proprietà relativa al container per la creazione: “Se si utilizza la portlet Creazione per creare nuovi utenti e si desidera assegnare agli utenti norme per le parole d'ordine in iManager, assegnare al container specificato le stesse norme per le parole d'ordine in iManager. Ciò garantisce che agli utenti creati nell'applicazione utente vengano assegnate automaticamente le norme per le parole d'ordine di default in iManagerâ€?.

8.7 Problema di estensione dello schema durante l'installazione a causa di caratteri speciali nelle parole d'ordine

Se la parola d'ordine del conto per l'installazione di Identity Manager contiene caratteri speciali, l'estensione dello schema potrebbe avere esito negativo. In tal caso, è necessario eseguire l'installazione utilizzando un conto differente oppure modificare la parola d'ordine.

8.8 La porta LDAP deve essere impostata nella portlet Recupero parola d'ordine

Quando si utilizza la pagina di login dell'applicazione utente nel server JBoss, se si fa clic sul collegamento Recupero parola d'ordine e si immette il nome utente, è possibile che venga restituito il messaggio di errore seguente nella console JBoss e non venga eseguito il reindirizzamento:

08:59:17,962 ERRORE [EboPortletProxyHelper] Entità portlet inesistente com.novell.afw.portal.aggregation.EboPortletInfoBean: id [portal-general] iid [-1] timeout [-1] multithread [false]

L'errore deriva dal fatto che la preferenza ldap-sslport nella portlet Recupero parola d'ordine utilizza la porta TLS di default standard (ldaps) 636 anziché la porta configurata per la connessione sicura del server LDAP. L'amministratore di eDirectory probabilmente ha modificato la porta LDAP sicura di default nell'istanza di eDirectory sostituendola con una porta non standard. Gli amministratori di eDirectory cambiano frequentemente le porte LDAP quando eseguono eDirectory nello stesso hardware fisico di altri sistemi abilitati per LDAP, ad esempio Active Directory*.

Se nella configurazione LDAP sicura (TLS) è utilizzata una porta differente dalla porta 636, modificare la preferenza ldap-sslport nella portlet Recupero parola d'ordine specificando la porta configurata per la connessione sicura del server LDAP. A tale scopo, attenersi alla procedura seguente:

  1. Aprire l'applicazione utente.

  2. Accedere ad Amministrazione > Amministrazione portlet > Portlet Recupero parola d'ordine >istanza della portlet Recupero parola d'ordine> Preferenze.

  3. Modificare il valore di ldap-sslport sostituendo la porta di default 636 con la porta configurata per le connessioni LDAP sicure del server LDAP.

8.9 Le approvazioni parallele non funzionano se l'assegnatario di un passaggio fa riferimento a un altro passaggio

In un workflow di provisioning in cui viene utilizzata l'elaborazione parallela, l'assegnatario di un'attività di approvazione non deve far riferimento all'assegnatario di un'altra attività di approvazione nel flusso. Ciò è dovuto al fatto che il motore di workflow non è in grado di appurare in alcun modo quale passaggio verrà eseguito per primo, poiché le attività vengono elaorate in parallelo. Il plug-in di iManager per la configurazione delle richieste di provisioning, inoltre, non è in grado di stabilire quali assegnatari devono essere autorizzati in qualsiasi momento. Per restringere l'elenco dei possibili assegnatari, è necessario che il plug-in analizzi il flusso in modo da ottenere l'elenco delle attività a monte che sono state già completate. Tale funzionalità tuttavia non è supportata attualmente nel plug-in.

8.10 Esplorazione delle directory JBoss abilitata per default

Per default, JBoss consente l'esplorazione delle directory. Se si digita pertanto l'URL http://server:8080/IDMProv/resources/, viene visualizzato l'elenco delle risorse presenti all'interno di tale URL.

Se non si desidera che l'esplorazione delle directory sia abilitata, accedere a jboss-4.0.2\server\Contesto applicazione IDM\deploy\jbossweb-tomcat55.sar\confe modificare la voce listings nel file web.xml :

<servlet>
   <servlet-name>default</servlet-name>
   <servlet-class>org.apache.catalina.servlets.DefaultServlet</servlet-class>
      <init-param>
            <param-name>debug</param-name>
                  <param-value>0</param-value>
                     </init-param>
                        <init-param>
                              <param-name>listings</param-name>
                                    <param-value>true</param-value>
                                   </init-param>
                                     <load-on-startup>1</load-on-startup>
                                          </servlet>

Per disabilitare la visualizzazione delle risorse, modificare il valore di listings da true a false.

8.11 File config.xml dei servizi con numeri di versione obsoleti

I servizi relativi ai vari sottosistemi all'interno dell'applicazione utente possono contenere numeri di versione obsoleti. Non è necessario modificare tali file per correggere le versioni.

Ad esempio, il file IDMfw.jar contiene il file FrameworkService-conf\config.xml , che presenta la voce seguente come numero di versione:

<property>
     <key>FrameworkService.version</key>
          <value>040712, Version 5.2.1</value>
          </property>

8.12 Le norme di escalation relative alle attività di workflow potrebbero produrre errori nei workflow e l'interruzione dell'elaborazione

Nel plug-in di iManager per la configurazione delle richieste di provisioning, è possibile definire norme di escalation per il reindirizzamento di un'attività di workflow al manager dell'assegnatario originale.

Se l'assegnatario originale corrisponde a un gruppo di task con più di un manager, l'escalation ha esito negativo. Nel plug-in per la configurazione delle richieste di provisioning non viene impedito all'utente di definire questo tipo di escalation, per cui è necessario prestare molta attenzione per evitare il problema.

8.13 L'avvio dei workflow con il servizio Web SOAP può causare errori

In Linux, il limite di file aperti di default non è sufficiente per supportare un numero elevato di richieste avviate mediante il servizio Web SOAP. È possibile che il driver dell'applicazione utente raggiunga questo limite se si utilizzano gli endpoint del servizio Web per attivare workflow in risposta a eventi di directory.

Il limite massimo di file aperti di default per Linux è pari a 1024 per ogni processo. Se si avvia il server JBoss con l'impostazione di default, potrebbero verificarsi errori qualora vengano avviate più di 40 o 45 richieste in sequenza mediante l'interfaccia del servizio Web SOAP. Una volta raggiunto il limite, l'utente potrebbe non essere più in grado di avviare alcuna richiesta per diversi minuti. In alcuni casi potrebbe essere necessario riavviare il server JBoss.

Per risolvere il problema, è possibile aumentare il limite massimo di file aperti da 1024 a 4096.

Se si utilizza BASH, eseguire i comandi seguenti per incrementare il limite:

su - root ulimit -n 4096 su - <user> start-jboss.sh

Se si utilizza C Shell, eseguire i comandi seguenti per incrementare il limite:

su - root limit descriptors 4096 su - user start-jboss.sh

8.14 Applicazioni utente separate non devono condividere una singola istanza del driver dell'applicazione utente

Il driver dell'applicazione utente consente di memorizzare diversi tipi di informazioni, ad esempio relative ai cluster e alla configurazione dei workflow, che sono specifiche di ogni applicazione. È necessario pertanto che una singola istanza del driver non venga condivisa tra più applicazioni.

Nell'applicazione utente vengono memorizzati dati specifici della singola applicazione in modo che sia possibile controllarne e configurarne l'ambiente. Tali dati comprendono informazioni relative al cluster del server per applicazioni JBoss e la configurazione del motore di workflow. Le sole applicazioni utente che devono condividere una singola istanza del driver dell'applicazione utente sono quelle che fanno parte dello stesso cluster JBoss. È necessario pertanto evitare di configurare un insieme di applicazioni utente in modo che condividano un singolo driver a meno che non facciano parte dello stesso cluster JBoss. Se non si rispetta tale regola, la configurazione definita potrebbe generare ambiguità ed errori per uno o più componenti in esecuzione all'interno dell'applicazione utente.

8.15 I DN dei container di gruppi, utenti e radice non supportano la radice dell'albero né consentono la selezione di più DN di container

Nel programma di installazione dell'applicazione utente di Identity Manager, è possibile specificare i DN dei container di gruppi, utenti e radice per l'applicazione. In questa release, non è possibile specificare la radice dell'albero in eDirectory come container radice. Non è inoltre possibile specificare più di una radice di ricerca per un particolare tipo di oggetto (container, utente o gruppo). È necessario invece specificare un unico ambito di ricerca.

Un'organizzazione (o) tuttavia può essere contenuta in una nazione (n) o in una località (l), come illustrato nell'esempio seguente:

n=USA o=novell-provo l=novell-waltham

Questo tipo di configurazione funziona correttamente.

8.16 Istanze separate del driver dell'applicazione utente non devono condividere lo stesso container di utenti

Se due istanze separate del driver dell'applicazione utente fanno riferimento allo stesso container di utenti, nelle impostazioni di disponibilità, cui si accede nella pagina Modifica disponibilità dell'applicazione utente, vengono visualizzate le voci relative alla disponibilità di entrambe le applicazioni.

Si consideri l'esempio seguente: Server 1 viene configurato in modo da utilizzare un dato driver (ad esempio, driver1,o=novell) e Server 2 viene configurato in modo da utilizzarne un altro (ad esempio, driver2,o=novell). Entrambi i server vengono configurati in modo da utilizzare gli stessi container di utenti, gruppi e radice (ad esempio, uo=utenti,o=novell). Un utente di Server 1 crea una definizione di delegato e una definizione di richiesta di provisioning. L'utente viene quindi contrassegnato come non disponibile per tale definizione di richiesta. Server 2 mostra l'utente come non disponibile, ma non è in grado di risolvere il nome per la definizione di richiesta. Se le definizioni di delegato dell'utente su Server 2 vengono esaminate, la definizione di Server 1 non viene visualizzata.

Ciò è dovuto al fatto che le informazioni sulle deleghe, create quando gli utenti contrassegnano se stessi come disponibili o non disponibili, vengono memorizzate nei record utente. Tali informazioni comprendono i dati relativi al delegato/delegante insieme alla definizione di richiesta di provisioning e all'ora di inizio/fine della delega. La definizione di delegato, da cui derivano le informazioni sulla delega, viene memorizzata nel driver, insieme alla definizione di richiesta di provisioning.

È consigliabile non configurare due istanze separate del driver in modo che facciano riferimento allo stesso container di utenti.

8.17 La configurazione della registrazione dell'applicazione utente non viene propagata a tutti i server di un cluster

Quando si apportano modifiche alla configurazione della registrazione di un server dell'applicazione utente in un cluster, tali modifiche non vengono propagate agli altri server nello stesso cluster. Ad esempio, se si utilizza la pagina di amministrazione relativa alla registrazione in un server di un cluster per impostare il livello di registrazione di com.novell.afw.portal.aggregation su Traccia, tale impostazione non viene propagata agli altri server del cluster. Per risolvere il problema, è necessario configurare singolarmente il livello dei messaggi di registrazione per ogni server del cluster.

8.18 Il driver dell'applicazione utente deve essere riavviato dopo la creazione di una nuova definizione di richiesta di provisioning

Il driver dell'applicazione utente legge l'elenco degli attributi di workflow quando viene avviato. Se si crea una nuova definizione di richiesta di provisioning e si tenta subito di creare nuove norme di mappatura dello schema, gli attributi relativi alla nuova definizione di richiesta di provisioning non vengono visualizzati nell'elenco degli attributi dell'applicazione quando si aggiorna lo schema dell'applicazione. Ciò si verifica poiché il driver dell'applicazione utente deve essere riavviato prima di rendere disponibile la nuova definizione di richiesta di provisioning. Dopo la creazione della nuova definizione, arrestare quindi il driver dell'applicazione utente e riavviarlo prima di tentare di utilizzare tale definizione nelle norme. In alternativa, nell'editor delle norme per la mappatura dello schema, aggiornare due volte lo schema dell'applicazione.

8.19 L'installazione in un cluster non richiede l'ID del motore di workflow

Quando si eseguono workflow in un cluster, il motore di workflow di ogni server deve disporre di un ID univoco. L'ID del motore viene identificato mediante il passaggio della proprietà -Dcom.novell.afw.wf.engine-id a Java VM (Virtual Machine). In Linux gli utenti devono modificare il file jboss/bin/run.conf e passare tale proprietà nella riga JAVA_OPTS. Ad esempio:

if [ "x$JAVA_OPTS" = "x" ]; then JAVA_OPTS="-server -Xms800m -Xmx800m -Dcom.novell.afw.wf.engine-id=echo"

Nel programma di installazione non viene richiesto di specificare l'ID del motore di workflow. È necessario pertanto identificare il motore passando la proprietà JAVA_OPTS, come illustrato sopra.

8.20 Le richieste di workflow potrebbero causare il superamento del limite di connessioni da parte di MySQL

Per default, in MySQL il numero massimo di connessioni è impostato su 100. Tale numero potrebbe risultare troppo piccolo per consentire la gestione del carico di richieste di workflow in un cluster. In tal caso, potrebbe verificarsi l'eccezione seguente:

(java.sql.SQLException: Connessione rifiutata dall'origine dati, messaggio del server: "Troppe connessioni".)

Per incrementare il numero massimo di connessioni, impostare in modo appropriato la variabile max_connections in my.cnf.

8.21 Problema di memorizzazione nella cache del server con le foto nella portlet dei dettagli

Se si modifica la modalità di visualizzazione delle immagini nell'intestazione della portlet dei dettagli specificando il tag $IMG: , è necessario svuotare la cache CompiledLayout per rendere effettive le modifiche. Per eliminare il contenuto della cache, eseguire i passaggi seguenti:

  1. Accedere alla scheda Amministrazione dell'applicazione utente.

  2. Passare alla scheda Memorizzazione nella cache .

  3. Selezionare CompiledLayout dall'elenco a discesa Svuota cache .

  4. Fare clic su Svuota cache.

8.22 A un utente è consentito aggiungere dipendenti diretti al manager anche sesono già assegnati a un altro manager

È possibile che un utente con accesso alla pagina Modifica utente della scheda Self-service identità apporti modifiche che alterano la struttura di dipendenza gerarchica. Ad esempio, è possibile modificare tale struttura in modo che un manager diventi dipendente di una persona all'interno della sua organizzazione.

8.23 Esito negativo dell'importazione di pagine senza descrizioni da parte dell'utility Importazione dati portale

Nell'utility Importazione dati portale (Amministrazione > Strumenti > Importazione dati portale) vengono utilizzati i file shared-pages.xml e container-pages.xml contenuti nel file ZIP di Esportazione dati portale per generare pagine container, pagine condivise e portlet. Se l'elemento <description/> è vuoto, le pagine non possono essere importate.

Per risolvere il problema, immettere testo per l'elemento <description/> ed eseguire nuovamente l'importazione.

8.24 Ulteriore documentazione sulla configurazione di JBoss

Nella Guida all'amministrazione dell'applicazione utente di Identity Manager vengono fornite alcune informazioni sulla configurazione di JBoss. Se si desidera acquisire ulteriori informazioni in merito, consultare le fonti seguenti:

8.25 Diritti obbligatori sugli attributi per gli oggetti Richiesta di provisioning

Per utilizzare il plug-in di iManager per la configurazione delle richieste di provisioning, è necessario disporre dei diritti di lettura e scrittura sugli attributi associati agli oggetti Richiesta di provisioning.

8.26 Tomcat e supporto per la codifica dei set di caratteri

Per default, il filtro per la codifica dei set di caratteri è impostato per l'abilitazione nel file web.xml dell'applicazione utente. Questa impostazione in genere non richiede configurazioni specifiche, ma potrebbe richiedere l'apporto di alcune modifiche se è stato configurato Tomcat per la codifica URI. Nella configurazione del connettore http/https di Tomcat sono presenti due attributi che influiscono sulla configurazione del filtro e la codifica dei set di caratteri: URIEncoding e useBodyEncodingForURI.

--URIEncoding

Questa voce consente di definire la codifica di caratteri da utilizzare per decodificare i byte URI, dopo la decodifica %xx dell'URL. Se non viene specificata, si utilizza ISO-8859-1. I connettori http e i connettori https devono presentare la stessa configurazione e il filtro per la codifica dei set di caratteri deve essere modificato in modo da includere il parametro di inizializzazione uri-encoding. Il valore di tale parametro deve coincidere con il valore dell'attributo URIEncoding nella configurazione del connettore Tomcat.

<filter>
     <filter-name>AggregationServletEncFilter</filter-name>
    <display-name>AggregationServletEncFilter</display-name>

<filter-class>com.novell.afw.portal.l18n.CharacterEncodingFilter</filter-class>
     <init-param>
             <param-name>uri-encoding</param-name>
             <param-value>UTF-8</param-value>
     </init-param>
</filter>
--useBodyEncodingForURI

Questa voce consente di specificare se la codifica definita in contentType deve essere utilizzata per i parametri di interrogazione URI in luogo di URIEncoding. Tale impostazione è presente per la compatibilità con Tomcat 4.1.x, dove la codifica viene specificata in contentType o impostata esplicitamente mediante il metodo Request.setCharacterEncoding per i parametri dall'URL. Per default, il valore è false.

Se si imposta useBodyEncodingForURI su true, la configurazione del filtro deve includere il parametro di inizializzazione use-body-encoding, ad esempio:

<filter>
     <filter-name>AggregationServletEncFilter</filter-name>
    <display-name>AggregationServletEncFilter</display-name>

<filter-class>com.novell.afw.portal.l18n.CharacterEncodingFilter</filter-class>
      <init-param>
            <param-name>use-body-encoding</param-name>
          <param-value>true</param-value>
      </init-param>
</filter>

Per ulteriori dettagli, fare riferimento al sito Web in cui vengono fornite informazioni sulla configurazione dei connettori Tomcat.

8.27 Errori dell'applicazione di provisioning causati dall'utilizzo di un controllo dei moduli DNDisplay

Se si utilizza un controllo dei moduli DNDisplay per immettere dati nella mappa delle attività preliminari per un modulo di approvazione in una richiesta di provisioning, si verifica l'errore seguente:

Messaggio di errore:
Indice:0, Dimensioni:0

Se il problema persiste, copiare il messaggio di errore e il log degli errori e inviarli all'amministratore di sistema. È possibile fare clic sul collegamento del log degli errori per visualizzare i dettagli relativi all'eccezione IndexOutOfBoundsException verificatasi.

La soluzione consiste nell'utilizzare un controllo DNLookup in luogo del controllo Impostare le proprietà seguenti di DNLookup su False:

  • Modificabile
  • Mostra il pulsante della cronologia oggetti
  • Mostra il pulsante del selettore oggetti
  • Mostra pulsante di azzeramento

I due controlli presentano un aspetto differente, ma hanno la stessa funzione.

8.28 Modifica nel comportamento dell'attributo DirXML-EntitlementResult

È stata apportata una modifica alle modalità di gestione dell'attributo multivalore DirXML-EntitlementResult. In precedenza i risultati delle autorizzazioni non venivano eliminati da questo attributo. Ora il comportamento di default è cambiato e i risultati vengono eliminati una volta completata l'elaborazione.

È possibile modificare il comportamento di default, specificando se eliminare o meno i risultati delle autorizzazioni e come.

  1. In iManager, accedere alla pagina di panoramica driver di Identity Manager relativa al driver dell'applicazione utente in uso.

  2. Fare clic sulle norme Trasformazione eventi.

  3. Fare clic sulle norme Gestisci Modifica relative al driver dell'applicazione utente in uso, quindi fare clic su Modifica.

  4. Fare clic su Imposta tipo di eliminazione autorizzazioni.

  5. Nell'azione Aggiungi testo XML , digitare una delle opzioni seguenti nel campo Immetti stringa :

    • current: dopo la notifica al driver dell'applicazione utente, consente di eliminare il risultato dell'autorizzazione che ha causato l'evento. Si tratta dell'impostazione di default, che viene inoltre utilizzata se non è stato configurato alcun tipo di eliminazione autorizzazioni o se è stato configurato un tipo non valido.

    • none: consente di non eliminare il risultato dell'autorizzazione.

    • previous: consente di eliminare tutti i risultati dell'autorizzazione precedenti fuorché quello che ha causato l'evento.

    • notnewer: consente di eliminare i risultati dell'autorizzazione precedenti compreso quello che ha causato l'evento. In tal modo vengono conservati tutti i risultati creati dopo quello che ha causato l'evento.

8.29 Quando si definisce un attributo obbligatorio nell'editor dello strato di astrazione delle directory, è necessario impostarlo come obbligatorio

Quando si definiscono entità dello strato di astrazione directory che includono classi ausiliarie, tenere presente che tutte le associazioni di classi ausiliarie specificate nella definizione dell'entità vengono aggiunte all'istanza dell'oggetto quando l'entità viene creata o aggiornata dall'applicazione utente. Se la classe ausiliaria inclusa nella definizione dell'entità contiene attributi obbligatori, gli utenti potrebbero rilevare una violazione dello schema. Tale violazione verrà visualizzata nell'applicazione utente come eccezione NDS generica, ovvero mediante un errore NDS (-609) che segnala l'assenza di un valore obbligatorio.

È possibile evitare la visualizzazione del messaggio di errore nell'applicazione utente assicurandosi che sia selezionata la proprietà Obbligatorio dell'attributo. Per impostare tale proprietà, modificare l'attributo nell'editor dello strato di astrazione directory.

9.0 Applicazione utente - Prestazioni

9.1 Il timeout di sessione deve essere ottimizzato per migliorare le prestazioni del server

Per default, il timeout di sessione del server è pari a 20 minuti. È necessario ottimizzare questo valore in base all'ambiente server e di utilizzo in cui verrà eseguita l'applicazione. In generale, è consigliabile che il timeout di sessione sia quanto più ridotto possibile. Se le esigenze aziendali consentono un timeout di 5 minuti, il server potrà rilasciare le risorse inutilizzate molto prima di quanto farebbe con un valore di timeout di 20 minuti, garantendo quindi una velocità più elevata e una maggiore scalabilità.

Tenere presenti, tuttavia, le considerazioni seguenti:

  • Timeout di sessione prolungati potrebbero causare l'esaurimento della memoria del server JBoss nel caso in cui numerosi utenti eseguano il login. Questo vale per qualsiasi server per applicazioni con troppe sessioni aperte.
  • Quando un utente esegue il login all'applicazione utente, viene creata per tale utente una connessione LDAP associata alla sessione. Quante più sessioni sono aperte, quindi, tanto maggiore sarà il numero di connessioni LDAP occupate e quanto più è esteso il timeout di sessione, tanto più a lungo queste connessioni resteranno aperte. Troppe connessioni aperte nel server LDAP, anche se inattive, possono causare una riduzione delle prestazioni del sistema.
  • Se nel server iniziano a verificarsi errori di memoria esaurita e i parametri di ottimizzazione dell'heap JVM* e di recupero spazio sono stati già regolati in modo ottimale per gli ambienti server e di utilizzo, sarà necessario considerare una riduzione del timeout di sessione.

Il timeout di sessione viene impostato nel file web.xml .

9.2 L'attributo di timeout può corrispondere a un'espressione

Se si modifica l'origine specificando l'attributo di timeout per le attività utente, il valore di questo attributo può essere un numero, in un'unità specificata, oppure un'espressione che viene risolta in millisecondi. Un'espressione deve restituire un'istanza di java.lang.Number.

Esempi:

  • Un valore costante in millisecondi: timeout=“172800000â€?
  • Un valore costante in millisecondi: timeout=“172800000â€?

9.3 L'abilitazione della notifica e-mail per i workflow senza la configurazione del server di e-mail causa consumo di memoria

Se si abilita la notifica e-mail nelle definizioni di richiesta di provisioning ma non si configura alcun server di e-mail, le notifiche si accumulano nel server e non vengono mai inviate. Ciò comporta il progressivo consumo della memoria disponibile.

Se si attiva la notifica e-mail, accertarsi di configurare il server di e-mail in modo che i messaggi vengano effettivamente inviati. Per configurare il server di e-mail, selezionare Opzioni server di e-mail in Amministrazione workflow all'interno di iManager.

9.4 Impostazioni di JBoss consigliate per gli ambienti di produzione

Per default, lo scanner della distribuzione di JBoss viene eseguito ogni cinque secondi. Per un server di produzione, ciò in genere non è necessario e potrebbe influire negativamente sulle prestazioni. È consigliabile pertanto prendere in considerazione l'opportunità di disattivare lo scanner.

Per ulteriori informazioni sull'ottimizzazione per gli ambienti di produzione, fare riferimento al sito di JBoss.

10.0 Localizzazione

10.1 Problema nella visualizzazione del testo dell'oggetto nei messaggi di e-mail

Il client di posta Windows GroupWise e il client Outlook* presentano un problema noto associato alla visualizzazione del testo dell'oggetto da un comando HTML “mailto:â€?. Il problema si verifica quando il browser utilizza una lingua con un set di caratteri a doppio byte, ad esempio cinese, giapponese o coreano.

In tal caso, quando si inviano informazioni sull'identità dalla pagina dei dettagli, nella riga dell'oggetto vengono visualizzati caratteri non validi poiché in questi client di posta non viene eseguita correttamente la riconversione dei caratteri di escape in caratteri normali.

10.2 Le impostazioni internazionali di un browser hanno la priorità sulle impostazioni internazionali di Identity Manager per gli elementi dei portali e le preferenze delle portlet

Come conseguenza di questo problema, potrebbero verificarsi alcune anomalie. Ad esempio, è possibile che una parte dell'interfaccia utente venga visualizzata nella lingua localizzata e un'altra parte invece in inglese.

La soluzione consiste nel far corrispondere la lingua del browser alle impostazioni internazionali preferite di Identity Manager. In Firefox, impostare la lingua con il livello di preferenza più elevato. In Internet Explorer, impostare la lingua con il livello di priorità più elevato. Modificare le impostazioni internazionali preferite con iManager o con la funzione Modifica utente dell'applicazione utente di Identity Manager.

10.3 Possibile problema nella codifica dei set di caratteri

È necessario assicurarsi sempre che le codifiche dei caratteri di input e di output corrispondano a quelle utilizzate dall'applicazione di origine o di destinazione. Tutti i caratteri non rappresentabili nell'output selezionato vengono modificati in punti interrogativi (?).

10.4 Le impostazioni internazionali devono essere configurate correttamente per visualizzare i caratteri localizzati in un sistema operativo in lingua inglese

Se si esegue lo strumento di configurazione dell'applicazione utente (per la configurazione delle impostazioni LDAP) in un ambiente di sistema operativo localizzato, tutte le caselle di input di testo vengono visualizzate correttamente. Ad esempio, se sono presenti nomi distinti cinesi in eDirectory o se si immettono caratteri cinesi, questi vengono visualizzati correttamente in un ambiente di sistema operativo cinese. Al contrario, se si utilizza un ambiente di sistema operativo inglese, qualsiasi carattere cinese immesso o restituito da eDirectory viene visualizzato come carattere non leggibile (molto probabilmente sotto forma di quadrato). Tale problema si verifica in quanto le impostazioni internazionali non sono configurate in modo appropriato.

Se si utilizza un ambiente operativo inglese e si desidera visualizzare i caratteri localizzati, eseguire le operazioni seguenti:

- In un ambiente Windows 2000, accedere al Pannello di controllo e selezionare Opzioni internazionali. Nella scheda Generale , impostare l'opzione Impostazioni internazionali sulla lingua locale, ad esempio Cinese (RPC).

- In un ambiente Windows 2003, accedere al Pannello di controllo e selezionare Opzioni internazionali. Nella scheda Opzioni internazionali , selezionare Cinese (RPC) e applicare la modifica.

- In un ambiente SUSE Linux, impostare la variabile di ambiente LANG come segue: export LANG=zh_CN

La stessa procedura di base è valida per tutte le lingue.

10.5 Alcune portlet accessorie non sono state localizzate

Le portlet accessorie HTML, dei messaggi, dei flussi di articoli RSS e dei collegamenti non sono state localizzate. Non è stata localizzata inoltre la sezione della guida della portlet dell'editor HTML.

10.6 La descrizione della categoria di portlet contiene caratteri di escape

La descrizione della categoria di portlet nella scheda Categoria di Amministrazione portlet contiene caratteri di escape (barre rovesciate visualizzate accanto ai segni maggiore di e minore di). Tale problema sussiste in tutte le lingue localizzate.

10.7 I pulsanti OK e Cancel nella finestra di dialogo Preferenze contenuto non sono localizzati

In Amministrazione portlet > Amministrazione pagine, all'interno della finestra di dialogo Preferenze contenuto viene sempre visualizzato in inglese il testo in cui viene segnalato che sono state apportate modifiche al contenuto selezionato e che è necessario fare clic su OK per salvare le modifiche o annullare per continuare senza salvare.

10.8 Problema nella visualizzazione del contenuto dei messaggi di e-mail nelle lingue con set di caratteri a doppio byte

Quando viene inviato mediante Identity Manager un messaggio di e-mail contenente una lingua con set di caratteri a doppio byte come il cinese o il giapponese, nel client di e-mail si verifica un problema durante la lettura del messaggio. Se si riscontra tale problema, contattare il supporto tecnico Novell.

11.0 iManager

11.1 Aggiunta di modelli di e-mail localizzati mediante iManager

Per aggiungere modelli di e-mail localizzati mediante iManager:

  1. Eseguire il login a iManager.

  2. In Ruoli e task, espandere Parole d'ordine o Amministrazione workflow.

  3. Fare clic su Modifica modelli e-mail (nel plug-in Parole d'ordine) o su Modelli e-mail (in Amministrazione workflow).

  4. Identificare il modello di e-mail (senza impostazioni internazionali nel nome) che si desidera copiare. Prendere nota del nome del modello, che dovrà essere utilizzato nel passaggio 5. Fare clic sull'oggetto del modello per aprire il modello e visualizzarne l'oggetto del messaggio, il corpo e i tag di sostituzione. Copiare l'oggetto del messaggio, il corpo (da tradurre) e i tag di sostituzione che si desidera utilizzare nel nuovo nodello. Fare clic su Annulla.

  5. Fare clic su Crea e specificare il nome del modello con un'estensione relativa alle impostazioni internazionali in uso. Ad esempio, per creare un modello Suggerimento per il recupero in tedesco, immettere il nome Suggerimento per il recupero_de, in cui _de corrisponde a deutsch (tedesco). Fare clic su OK.

    Se si utilizzano solo due lettere per indicare la lingua e due lettere per indicare il codice di nazione, il comportamento è quello previsto. Se invece si utilizzano impostazioni internazionali con una variante, ad esempio en_US_TX, solo la variante e la lingua vengono prese in considerazione. Evitare di utilizzare varianti delle impostazioni internazionali quando si assegna un nome a un modello di e-mail in questa release.

  6. Nell'elenco dei modelli, fare clic su quello appena creato, ad esempio Suggerimento per il recupero_de, e immettere l'oggetto e il corpo del messaggio tradotti, ad esempio in tedesco. Assicurarsi che non vengano rimossi i tag di sostituzione ai lati del simbolo di dollaro ($) nel corpo del messaggio.

  7. Fare clic su Aggiungi per immettere o incollare i tag di sostituzione, quindi fare clic su OK.

  8. Fare clic su Applica, quindi fare clic su OK.

I modelli di e-mail consentono di inviare contenuto localizzato correttamente solo se le impostazioni internazionali preferite vengono impostate per l'utente cui il messaggio è destinato.

11.2 Errore di sistema generato dal salvataggio delle modifiche a una definizione di workflow in iManager

È possibile che si generi un'eccezione NullPointerReference quando si utilizza iManager per modificare e salvare le modifiche apportate a determinate richieste di provisioning distribuite da Designer per Identity Manager.

Per i flussi di lavoro in cui si presenta tale problema, eseguire l'intera configurazione utilizzando Designer per Identity Manager.

11.3 Errore dei plug-in di iManager: impossibile salvare la parola d'ordine del driver

Per risolvere questo problema, eseguire l'upgrade a NMAS 2.3.9.

11.4 Dipendenza dal plug-in di iManager per la configurazione guidata dei certificati dei driver NDS2NDS

Se si desidera utilizzare la configurazione guidata dei certificati dei driver NDS2NDS, è necessario scaricare e installare il plug-in di iManager per Certificate Server.

12.0 Driver

12.1 La codifica dei set di caratteri del driver per testo delimitato deve corrispondere alla codifica dei set di caratteri delle applicazioni

Assicurarsi sempre che le codifiche dei caratteri di input e di output configurate nel driver per testo delimitato corrispondano a quelle utilizzate dall'applicazione di origine o di destinazione. Eventuali discordanze possono causare errori o corruzione dei dati in Identity Vault o nell'applicazione. I caratteri non rappresentabili nell'output selezionato vengono modificati in punti interrogativi (?).

12.2 L'utilizzo di una configurazione del database MySQL non Unicode causa errori dell'analizzatore

L'utilizzo di una configurazione del database MySQL non Unicode causa errori dell'analizzatore nelle condizioni seguenti:

  • Il server MySQL viene installato con una codifica non Unicode specificata nel relativo file di configurazione (ad esempio latin-1) e
  • Un database MySQL viene creato con la codifica UTF-8 necessaria per l'applicazione utente di Identity Manager.

Il driver JDBC* utilizza il file di configurazione del server MySQL per stabilire il set di caratteri da usare per il trasferimento di dati da e verso l'applicazione utente/il server MySQL. Il database MySQL per l'applicazione utente di Identity Manager deve utilizzare la codifica UTF-8, che deve essere inoltre specificata nella configurazione del server MySQL.

Se tuttavia è necessario lasciare nella configurazione del server MySQL una codifica set di caratteri differente da UTF-8, è necessario forzare l'utilizzo della codifica corretta da parte del driver JDBC. A tale scopo, aggiungere parametri di connessione alla definizione di connessione JDBC memorizzata nel file mysqlds.xml distribuito con l'applicazione utente.

  1. Creare un database per l'applicazione utente. Utilizzare una codifica caratteri di default utf8 e una collazione di default utf8_bin:

    create database [nome-database] character set utf8 collate utf8_bin;
    

    Per ulteriori informazioni sulla sintassi, visitare il sito Web all'indirizzo http://dev.mysql.com/doc/refman/5.0/en/createdatabase.html (in lingua inglese).

  2. Modificare l'elemento <connection-url> nel file mysql-ds.xml distribuito con il file IDMProv.war o IDM.war (ad esempio, è possibile trovare il file in questione seguendo il percorso jboss-4.0.3.SP1/server/idm/deploy/mysql-ds.xml).

    Modificare la specifica seguente:

    <connection-url>jdbc:mysql://[host]:3306/nome-database]</connection-url>
    

    in questa nuova specifica:

    <connection-url>jdbc:mysql://[host]:3306/nome-database]?useUnicode=true&amp;characterEncoding=utf8&amp;connectionCollation=utf8_bin</connection-url>
    

    in cui [host] rappresenta l'host del server di database e [nome-database] rappresenta il nome del database in uso.

I parametri relativi alla connessione MySQL sono illustrati nel sito Web all'indirizzo http://dev.mysql.com/doc/refman/5.0/en/cj-configuration-properties.html (in lingua inglese).

13.0 Editor delle definizioni delle richieste di provisioning di Designer 1.2

13.1 Se si modifica più di una definizione di richiesta di provisioning alla volta, è possibile che le modifiche immesse in una definizione siano visualizzate all'interno di un'altra definizione

Se si modifica più di una definizione di richiesta di provisioning alla volta, è possibile che le modifiche immesse in una definizione siano visualizzate all'interno di un'altra definizione. Ciò si verifica se si utilizzano le viste relative alla mappatura dei dati e alla notifica e-mail. Per risolvere il problema, modificare una sola definizione di richiesta di provisioning alla volta.

Per altri problemi relativi a Designer fare riferimento al file Readme completo di Designer 1.2. Il file Readme viene fornito con il prodotto Designer ed è inoltre disponibile nell'area del sito Web Novell relativa a Novell Designer per Identity Manager.

14.0 Note legali

Novell, Inc. non rilascia alcuna dichiarazione e non fornisce alcuna garanzia in merito al contenuto o all'uso di questa documentazione e in particolare non riconosce alcuna garanzia, espressa o implicita, di commerciabilità o idoneità per uno scopo specifico. Novell, Inc. si riserva inoltre il diritto di aggiornare la presente pubblicazione e di modificarne il contenuto in qualsiasi momento, senza alcun obbligo di notificare tali modifiche a qualsiasi persona fisica o giuridica.

Inoltre, Novell, Inc. non rilascia alcuna dichiarazione e non fornisce alcuna garanzia in merito a qualsiasi software e in particolare non riconosce alcuna garanzia, espressa o implicita, di commerciabilità o idoneità per uno scopo specifico. Novell, Inc. si riserva inoltre il diritto di modificare qualsiasi parte del software Novell in qualsiasi momento, senza alcun obbligo di notificare tali modifiche a qualsiasi persona fisica o giuridica.

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